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Tumori: in Europa +10% di guarigioni in dieci anni

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Milano, 23 dicembre 2020 – In Europa 25 milioni di persone vivono dopo la diagnosi di tumore (su una popolazione complessiva di circa 500 milioni di abitanti). E in un decennio, dal 1990 al 2000, la probabilità di guarire è aumentata del 10% per la maggior parte delle neoplasie, con incrementi significativi soprattutto per quelle della prostata (dal 22% nel 1990 al 63% nel 2000), della mammella (dal 50% al 66%), del colon-retto (dal 41% al 52% nelle donne e dal 37% al 49% negli uomini) e della tiroide (dal 76% all’87% nelle donne e dal 57% al 70% negli uomini). Complessivamente la probabilità di guarire dopo un tumore, in Europa, è del 51% nelle donne e del 39% negli uomini. Risultati importanti, che si legano al nuovo paradigma della lotta ai tumori che si sta spostando dall’organo colpito dalla malattia all’alterazione molecolare, in grado di predire la sensibilità alle terapie mirate o all’immunoterapia. E i farmaci agnostici sono considerati “jolly”, proprio perché colpiscono in maniera selettiva alcune mutazioni genetiche, indipendentemente dall’organo interessato dalla patologia. Per rendere effettivo il nuovo modello dell’oncologia di precisione devono essere resi operativi, su tutto il territorio, i Molecular Tumor Board (MTB), cioè i team multidisciplinari, indispensabili per interpretare i risultati dei test molecolari e scegliere la terapia migliore. Oggi sono attivi solo una decina di MTB. E deve essere istituita una Piattaforma Nazionale Genomica, per condividere i dati delle analisi molecolari e consentire a tutti i pazienti l’accesso alle terapie innovative. La richiesta viene dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), oggi in una conferenza stampa virtuale.

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