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Oltre la malattia

26 Luglio 2024
di intermedianews
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Tre porzioni di frutta nella mezza età per prevenire la depressione

I sintomi depressivi in età avanzata, spesso accompagnati da perdita di appetito, insonnia, scarsa concentrazione e aumento della fatica fisica, si combattono attraverso una dieta ricca di frutta, a partire dalla mezza età. Lo conferma uno studio longitudinale condotto dalla Yong Loo Lin School of Medicine della National University di Singapore (Nus Medicine) e pubblicato sul Journal of Nutrition, Health and Aging, che ha coinvolto 13.738 partecipanti seguiti per circa 20 anni. I ricercatori hanno scoperto che chi consumava maggiori quantità di frutta in età più giovane, mostrava una probabilità ridotta di sperimentare sintomi depressivi in età avanzata. L’associazione potrebbe essere dovuta ai livelli di antiossidanti e micronutrienti antinfiammatori presenti nella frutta, come vitamina C, carotenoidi e flavonoidi, che hanno dimostrato di ridurre lo stress ossidativo e inibire i processi infiammatori nel corpo che possono influenzare lo sviluppo della depressione. Il consumo di verdure, d’altra parte, non ha mostrato alcuna associazione con la probabilità di sintomi depressivi.

Koh Woon Puay del Healthy Longevity Translational Research Programme della Nus Medicine e Principal Investigator dello studio, ha dichiarato: “Il nostro studio sottolinea l’importanza del consumo di frutta come misura preventiva contro la depressione correlata all’invecchiamento. I partecipanti che consumavano almeno 3 porzioni al giorno, rispetto a quelli che consumavano meno di una porzione al giorno, sono stati in grado di ridurre significativamente la probabilità di depressione correlata all’invecchiamento di almeno il 21%. Ciò può essere ottenuto mangiando una o due porzioni di frutta dopo ogni pasto”. Nella fase iniziale dello studio dal 1993 al 1998, quando i partecipanti avevano un’età media di 51 anni, è stato chiesto loro di rispondere a un questionario strutturato sulla frequenza con cui consumavano una porzione standard di ciascun alimento al giorno, per 14 frutti e 25 verdure. Nel 2014-2016, quando i partecipanti avevano un’età media di 73 anni, i sintomi depressivi sono stati esaminati utilizzando un test standard (Geriatric Depression Scale). Dopo aver considerato fattori che potevano potenzialmente incidere sui risultati, inclusi la storia medica e livello di attività fisica, il team ha scoperto che un maggiore consumo di frutta era associato a minori probabilità di sintomi depressivi.

24 Luglio 2024
di intermedianews
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Ministero Salute: “Sul Covid-19 il monitoraggio è costante’

“In considerazione dell’attuale andamento epidemiologico del Covid-19, dell’Influenza Aviaria e della Dengue, vogliamo rassicurare la popolazione sulla continua efficacia delle misure adottate e sull’impegno costante del Ministero della Salute per garantire la salute pubblica. Anche di fronte a nuove sfide, l’approccio rimane improntato a criteri di responsabilità e di rispetto delle norme vigenti”.

È quanto dichiara il Capo dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute, Mara Campitiello. “Riguardo al Covid-19 – spiega Campitiello – il monitoraggio è costante e attento. Nonostante il lieve aumento dei casi, l’incidenza resta complessivamente bassa e l’impatto sugli ospedali è limitato. Il sistema di sorveglianza è in grado di adattarsi alle evoluzioni del virus, mantenendo la popolazione informata e protetta. Così come resta basso il rischio di influenza aviaria per la popolazione generale grazie alle rigorose misure di controllo messe in atto, che includono la prevenzione dell’infezione nell’uomo e la vaccinazione antinfluenzale per il personale a rischio. Anche sulla Dengue, il Ministero della Salute, in collaborazione con l’ECDC, monitora attentamente la situazione. Abbiamo potenziato le attività di sorveglianza su tutto il territorio nazionale, con misure di bonifica ambientale per ridurre i siti di proliferazione delle zanzare. Dall’inizio del 2024, in Italia sono stati notificati 283 casi confermati di Dengue, tutti associati a viaggi all’estero. Per questo è importante seguire le raccomandazioni, che abbiamo diffuso anche nei porti e aeroporti, per proteggersi se si viaggia in Paesi a rischio Dengue”. “Il Ministero della Salute – conclude la responsabile del Dipartimento di prevenzione – garantisce l’attento monitoraggio della situazione epidemiologica di tutti i virus e l’adozione di tutte le misure di prevenzione necessarie. Invitiamo i cittadini a seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie e a mantenere la fiducia nel Servizio sanitario nazionale, che continua a lavorare instancabilmente a tutela della salute pubblica”.

19 Luglio 2024
di intermedianews
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Solo 10% degli anziani con vaccino Covid, 50% con anti-influenza

Nell’ultimacampagna di vaccinazione contro Covid-19, si è vaccinato solo il 10,2% degliover 60, con valori compresi tra il 19,2% della Toscana e l’1,8% della Sicilia.La campagna antinfluenzale tra gli over 65, invece, secondo le primerilevazione, non ha raggiunto il 50%. Sono alcuni dei dati presentati questamattina nel corso dell’evento “Politiche di immunizzazione dei soggettiadulti e fragili: dalla promozione della buona salute al contrastodell’AMR”, realizzato ieri da The European House-Ambrosetti.

“L’invecchiamentodella popolazione e i progressi della medicina hanno aumentato il numero disoggetti fragili e quindi predisposti alle infezioni”, ha affermatoMassimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di MalattieInfettive e Tropicali (SIMIT). “In questa popolazione gli interventi diprevenzione, primi tra tutti le vaccinazioni, rappresentano un efficacestrumento per ridurre il rischio di infezioni”. Tuttavia, “nel nostroPaese stiamo assistendo ad una disaffezione importante alle pratiche vaccinalicon una riduzione importante delle coperture per molti virus respiratori”,ha sottolineato la presidente della Società Italiana d’Igiene, MedicinaPreventiva e Sanità Pubblica (SItI) Roberta Siliquini. Da qui l’invito aGoverno e Regioni a rafforzare le politiche vaccinali, intervenendosull’organizzazione, per esempio aggiornando costantemente il calendariovaccinale e completando l’anagrafe vaccinale, investendo in comunicazione eaumentando le risorse economiche.

18 Luglio 2024
di intermedianews
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Infertilità, la dieta mediterranea bio raddoppia il testosterone

Sono molti i cibi che promettono di venire in aiuto delle prestazioni maschili, migliorando la funzionalità e la salute sessuale, ma anche di contrastare l’infertilità, un problema in crescita che, ad oggi, colpisce tra il 15 e il 20% delle coppie a livello globale. Dalla noce moscata ai chiodi di garofano, dallo zenzero al melograno, uno studio italiano guidato dall’Istituto di Farmacologia Traslazionale del Cnr, presentato al recente congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia (SIA), e pubblicato lo scorso novembre su Current Research in Food Science quantifica, ora, per la prima volta l’effetto di una dieta sana come quella mediterranea bio nel migliorare i livelli di testosterone e combattere l’infertilità. “Le cause dell’infertilità maschile possono essere diverse – spiega Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia all’Università Federico II di Napoli -. Lo stile di vita, i fattori ambientali, lo stress e le condizioni socio-economiche sono fattori significativi”.

“Una dieta scorretta può, infatti, accentuare gli effetti deleteri e pro-ossidanti dello stress e dell’inquinamento e causare la frammentazione del Dna negli spermatozoi, uno dei fattori alla base dell’infertilità maschile”. “La dieta mediterranea sia universalmente riconosciuta come benefica per il mantenimento della salute generale e per ridurre l’incidenza delle principali malattie croniche” prosegue Fabrizio Palumbo, Dirigente Medico presso l’UOC Urologia Ospedale Di Venere di Bari, e sono stati seguiti 50 uomini di età compresa tra i 35 e i 45 anni, normopeso, non fumatori e che non facevano consumo abituale di alcolici, senza malattie croniche o varicocele. “È stato osservato che i soggetti, a 3 mesi dall’inizio della dieta, hanno registrato un aumento del 116% dei livelli di testosterone. Contemporaneamente, con una riduzione dei carboidrati e un aumento di antiossidanti attraverso il consumo giornaliero di frutti rossi e un minimo di 3 porzioni di verdure fresche al giorno, ha riportato una riduzione nella percentuale di spermatozoi con Dna frammentato che è scesa al 23,2% rispetto al 44,2% iniziale”, spiega Veronica Corsetti, biologa nutrizionista, ricercatore del Cnr, Presidente dell’Associazione “Fertilelife” e prima autrice dello studio.

17 Luglio 2024
di intermedianews
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SINUC: “Le diete scorrette portano alla malnutrizione”

Lo stile alimentare occidentale, sia per eccesso che per difetto, può avere significative ripercussioni sulla salute dei pazienti, eppure la gestione clinica della malnutrizione presenta ancora diverse lacune. L’istituzione di un fondo per la prevenzione delle malattie basato su approcci nutrizionali corretti potrebbe combatterla. Lo sottolinea Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC, la Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo aggiungendo che le conseguenze di una dieta scorretta “sono numerose e gravi: aumenta il rischio di patologie nei soggetti sani, il rischio di complicazioni nelle persone con patologie croniche, riduce la durata e la qualità della vita”.

La SINuC sottolinea anche “l’enorme importanza di un fondo sanitario dedicato alla prevenzione delle malattie proprio con approcci nutrizionali improntati a corretti stili di vita sin dalla prima infanzia”. Uno studio della Fondazione Aletheia, patrocinato dal ministero della Salute, indica che una riduzione del 20% delle calorie assunte da alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi saturi potrebbe prevenire in Italia 688 mila malattie croniche entro il 2050 e far risparmiare 278 milioni di euro l’anno di spesa sanitaria. Per coprire i costi di sovrappeso e obesità, ogni italiano paga quasi 300 euro di tasse l’anno per una contrazione del PIL del 2,8%. Pesano nel calcolo, l’adozione di una dieta ricca di carne e cibi pronti o ultra-processati. Negli ultimi venti anni in Italia, c’è stato un aumento del 7,1% delle persone in sovrappeso e del 36,4% di quelle obese. “Secondo uno studio presentato al meeting dell’American Society for Nutrition assumere quantità elevate di cibo ultra-processato può ridurre la durata della vita di oltre il 10%. Il rischio di mortalità sale al 15% per gli uomini e al 14% per le donne- spiega Alessio Molfino, del Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione Sapienza Università di Roma- Quando parliamo di malnutrizione dobbiamo considerare entrambe le facce della medaglia, la malnutrizione per eccesso, ma anche quella per difetto con obesità e perdita di massa muscolare, condizione nota come obesità sarcopenica, in grado di aumentare il rischio di fragilità”. E’ ancora la dieta mediterranea a mostrare vantaggi a lungo termine: maggiore longevità, diminuzione dell’infiammazione e migliore immunità grazie anche al miglior profilo del microbiota intestinale.