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Oltre la malattia

25 Ottobre 2024
di intermedianews
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Tumori, alimentazione scorretta responsabile di 1 caso su 20

La cattiva alimentazione è responsabile di circa il 5% dei casi e dei decessi per cancro in Italia, vale a dire poco più di 12mila nuove diagnosi di cancro nei maschi e 8mila nelle donne, a cui si aggiungono oltre 10mila decessi. Sono i dati che emergono da uno studio coordinato dall’Università degli Studi di Milano e pubblicato sull’International Journal of Cancer. “Lo stile di vita e i fattori ambientali svolgono un ruolo importante sul rischio di cancro, offrendo importanti vie di prevenzione”, ricordano i ricercatori. “In particolare, esiste un ampio corpus di prove epidemiologiche che indica come una dieta scorretta sia un fattore di rischio modificabile per il cancro”. Analizzando la dieta degli italiani e i livelli di consumo medi dei diversi alimenti, i ricercatori hanno scoperto che la dieta Mediterranea costituisce ancora il modello di alimentazione prevalente e le abitudini a tavola degli italiani sono più salutari rispetto a quelle che si riscontrano negli altri Paesi. Ciononostante, complessivamente il 6,3% delle nuove diagnosi di tumori negli uomini e il 4,5% nelle donne in Italia è dovuto all’alimentazione. “Ciò significa che dopo il fumo e l’obesità e sovrappeso, la dieta è il principale fattore di rischio modificabile per il cancro”, spiega Carlo La Vecchia, docente di Statistica Medica ed Epidemiologia all’Università Statale di Milano, e tra gli autori dello studio realizzato con il contributo di Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro. Pesante l’impatto della dieta sul rischio di tumori dell’apparato digerente. Per esempio, nel caso del tumore del colon retto, il 10,5% dei casi nei maschi (2.459 casi) è attribuibile al consumo di carne lavorata; il 3,3% al consumo di carne rossa; il 4,8% a un basso consumo di latticini; il 7,9% al ridotto consumo di fibre. Nelle donne i valori sono leggermente più bassi (rispettivamente il 7%, il 2%, 4,3%, il 9%). “Il messaggio che emerge da questo studio è che, sebbene l’alimentazione italiana sia migliore di quella di molti altri Paesi, ci sono ancora margini di miglioramento”, conclude La Vecchia. “Con interventi semplici e che conosciamo bene potremmo ridurre in maniera importante l’impatto dei tumori”.

22 Ottobre 2024
di intermedianews
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Salute della bocca: con parodontite e edentulia più rischio di malattie non trasmissibili

Il sorriso è da sempre un indicatore di buona salute, ma quando è offuscato da malattie gengivali come la parodontite e dalla sua conseguenza più grave, l’edentulia (la perdita totale dei denti), il rischio di morte aumenta sensibilmente. Uno studio, pubblicato sul Journal of Dental Research, rivela che la parodontite e l’edentulia si associano a un aumento del rischio di morte per qualsiasi causa, nonché a una maggiore mortalità specifica legata a malattie cardiovascolari, tumori e patologie respiratorie.

Il problema assume dimensioni globali: secondo i dati più recenti del Global Burden of Disease, si stima che la parodontite severa colpisca oltre un miliardo di persone (circa il 12,5% della popolazione mondiale), mentre l’edentulia affligge 353 milioni di individui, pari al 4,11% della popolazione globale. Entro il 2050 si prevede un incremento significativo di questi numeri, con un aumento del 44% per la parodontite e dell’83% per l’edentulia. Lo studio, una vasta meta-analisi che ha coinvolto oltre 5,71 milioni di partecipanti, è stato condotto da Mario Romandini, socio attivo della Società Italiana di Implantologia e Parodontologia (SIdP), in collaborazione con esperti dell’Universidad Complutense di Madrid. I risultati sono allarmanti: la parodontite è associata a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause del 46%, a un incremento del 47% del rischio di morte per malattie cardiovascolari, del 38% per tumori, oltre il doppio per malattie coronariche e oltre il triplo per patologie cerebrovascolari. L’edentulia, conseguenza dei casi più gravi di parodontite, si associa a un rischio di mortalità per tutte le cause aumentato del 66%, con un rischio di morte per malattie cardiovascolari raddoppiato, un aumento del 55% del rischio di decesso per tumori, del 72% per polmonite, e un rischio di morte per malattie cerebrovascolari come l’ictus più che triplicato. “Da anni sappiamo che la parodontite è collegata a un rischio maggiore di sviluppare malattie croniche non trasmissibili, come diabete e malattie cardiovascolari, tra le principali cause di morte a livello globale.

21 Ottobre 2024
di intermedianews
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Studio: da diabete a cancro, l’obesità può causare oltre 200 problemi medici

L’obesità può causare oltre 200 problemi medici, tra cui ictus, infarto, demenza, diabete e malattie renali. Tuttavia, perdere peso riduce significativamente i rischi, spiega il Dr. Tham Kwang Wei, endocrinologo senior e presidente dell’Associazione di Singapore per lo Studio dell’Obesità. Una perdita di peso del 10%-15% migliora la salute, e anche una riduzione del 3% può migliorare il controllo del diabete. Per ottenere la remissione del diabete, è necessaria una perdita minima del 15%. Il grasso in eccesso, noto come grasso viscerale, si accumula sugli organi e ne compromette la funzione, causando infiammazione e stress ossidativo. Questi processi possono portare a malattie cardiache, ictus, cancro e Alzheimer. Il grasso viscerale produce proteine che promuovono la crescita dei tumori.

Per perdere peso, è più efficace ridurre l’apporto calorico piuttosto che fare più esercizio. Tuttavia, l’attività fisica è importante, poiché maggiore massa muscolare accelera il consumo di grasso. Ridurre le porzioni del 25% può aiutare a perdere peso, ma una riduzione del 10%-15% potrebbe richiedere farmaci, come i GLP-1, che sopprimono l’appetito e possono portare a una perdita del 20% del peso.

17 Ottobre 2024
di intermedianews
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AIOM: “Bene le risorse nella manovra ma sosteniamo la tassa sulle sigarette”

Bene il segnale di attenzione alla Sanità pubblica dimostrato dal governo con la manovra appena approvata, ma ribadiamo la necessità della misura della tassazione sulle sigarette quale misura strutturale a sostegno della salute dei cittadini”.

Lo afferma il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Franco Perrone, in merito alla manovra approvata dal Cdm. “Se nelle prossime settimane questa proposta potrà essere valutata all’interno della legge di bilancio saremmo soddisfatti, ma in ogni caso – sottolinea – riteniamo che, indipendentemente dalla manovra, questa sarà una battaglia che continueremo a portare avanti quale misura di sanità pubblica che riallinei l’Italia al resto d’Europa”. Nelle scorse settimane, in una conferenza stampa al Senato, l’Aiom aveva lanciato la proposta di aumentare il prezzo delle sigarette di 5 euro al pacchetto. Una tassa con due obiettivi: disincentivare l’abitudine al fumo, che è la causa del 90% dei casi di tumore al polmone, e al contempo sostenere con il ricavato il Servizio sanitario nazionale. In tal modo, rileva Perrone, si potrebbero generare oltre 13 miliardi di euro di ricavi da investire nel potenziamento del Ssn.

Con questa legge di bilancio, afferma Perrone, “c’è sicuramente un segnale di attenzione alla salute e alla sanità. Il fatto di recuperare, attraverso il coinvolgimento di banche e assicurazioni, una cifra significativa a favore del settore della sanità è ovviamente positivo, quindi esprimiamo apprezzamento”. Tuttavia, sottolinea il presidente degli oncologi, “voglio segnalare che quella che stiamo proponendo è una misura di salute pubblica da rendere strutturale, perchè la lotta al tabagismo è una sfida che dobbiamo tenere presente sempre e non solo in una legge di bilancio. E’ infatti riconosciuto a livello internazionale che l’operazione più efficace per ridurre il numero dei fumatori è proprio aumentare il costo delle sigarette”. Dunque, conclude, “chiediamo una misura strutturale che rappresenta una misura di sanità pubblica, e chiediamo che l’extragettito che se ne ricaverebbe vada a finanziare la sanità, pur apprezzando lo sforzo fatto con la legge di bilancio”.

11 Ottobre 2024
di intermedianews
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Tumori: il 13% sono legati a 4 tipi di infezioni batteriche

Il 13% dei tumori sono legati a infezioni batteriche o virali che possono prevenire evitate con i vaccini, le terapie e la prevenzione, grazie agli screening per la diagnosi precoce. E’ questa la conclusione del rapporto dell’Associazione per la ricerca sul cancro degli Stati Uniti, che indica in particolare quattro tipi di agenti patogeni collegati a un deciso aumento del rischio di sviluppare un tumore. Le infezioni causate da uno dei ben 200 tipi del papilloma virus, si legge nel documento, rappresentano la causa principale dei tumori del collo dell’utero e sono coinvolte nella formazione di alcuni tumori orali e dei genitali. Vi sono poi i virus responsabili dell’epatite B e della C. Entrambe queste forme di epatite causano un’infiammazione nel fegato che può cronicizzarsi e condurre al tumore.

Infine il rapporto sottolinea il ruolo dell’Helicobacter pylori noto per causare ulcera, che nell’ 1-3% dei casi in è stato messo in relazione con a formazione di tumori dello stomaco. Gli esperti ricordano che la prevenzione in questo caso è abbastanza semplice, in quanto una semplice analisi del sangue può diagnosticare l’infezione. “I progressi fatti nel trattamento di queste quattro infezioni, potrebbero rendere alcune forme di tumore, sinora comuni, malattie rare”, ha osservato uno degli autori del rapporto, Michael Pignone, della Duke School of Medicine.