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Dalla dieta allo screening, ecco le 6 cose da sapere sul cancro del seno

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Roma, 17 marzo 2016 – Dieta sana ed equilibrata, fare regolarmente attività fisica e sottoporsi agli screening. E poi praticare l’autopalpazione, che è consigliata anche se non è detto che sia un esame sicuro e fare attenzione soprattutto all’ereditarietà, cioè alla trasmissione di alcuni geni che possono predisporre allo sviluppo della malattia. Sono queste alcune “regole d’oro”, le cose da sapere sul tumore al seno, secondo il prof. Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro e Direttore della Divisione oncologia medica dell’Istituto Tumori Regina Elena. Ecco, punto per punto, i sei consigli dell’esperto:
1. Per diminuire il rischio di incorrere in un tumore al seno bisogna fare una dieta bilanciata e si deve evitare di prendere peso. Il sovrappeso infatti è un fattore di rischio.
2. Nell’alimentazione è bene mangiare pochi grassi animali e fare attenzione agli zuccheri: l’apporto calorico in zuccheri deve essere infatti equilibrato e non eccessivo
3. Fare attività fisica anche se non a livello sportivo, come ad esempio le passeggiate, fa benissimo.
4. Per prevenire il tumore e fare in modo di effettuare una diagnosi precoce bisogna sottoporsi allo screening mammario dai 40 fino almeno ai 75 anni.
5. Se ci si ammala è bene ricorrere immediatamente a centri specialistici, che hanno una grossa esperienza sulla cura di questa patologia.
6. Bisogna distinguere l’ereditarietà dalla familiarità nel tumore al seno. La familiarità e’ più comune quando ci sono due-tre persone in famiglia che hanno questa malattia.
“L’ereditarietà – afferma il prof. Cognetti – consiste nella trasmissione di alcuni geni che predispongono per l’insorgenza del tumore e che determinano incidenza molto alta nella vita. Fino al 70-80% delle donne che hanno questa mutazione possono andare incontro alla malattia. Tutte e due le cose mettono a rischio, ma in chi ha un gene mutato questo rischio è molto superiore. Le donne che hanno le mutazioni sono soggette a programmi specifici per la diagnosi precoce, che non sono quelli abituali, con controlli più frequenti e diverse tecniche che non solo la mammografia”.

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