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Tumore del seno: negli USA il 95% delle pazienti under 40 fa il test di Angelina Jolie

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Washington, 23 febbraio 2016 – Sempre più donne statunitensi con diagnosi di cancro al seno si sottopongono ai test per analizzare le mutazioni del DNA. Il tasso dell’esame dal 2007 ad oggi è salito del 70% l’anno. E quanto sostiene una ricerca della National Comprehensive Cancer Network americano e pubblicata su JAMA Oncology. Gli scienziati hanno valutato i dati di 900 donne under 40 e hanno quindi analizzato quante avevano eseguito il test e se il risultato avesse influenzato la loro terapia. L’87% sono state sottoposte all’esame entro un anno dalla diagnosi. Dal 2007 in poi, la percentuale è andata aumentando costantemente ogni anno, raggiungendo una percentuale del 96,6% nel 2012 e del 95,3% nel 2013. In un campione di 780 donne, 59 hanno scoperto di avere una mutazione del gene BRCA1 e 35 donne avevano una mutazione del BRCA2. Altre 35 hanno invece dichiarato di avere avuto un risultato indeterminato o variabile. Le restanti non hanno riportato mutazioni. Ricerche precedenti hanno rilevato che nelle donne tra 30 e 34 anni di età, con diagnosi di tumore alla mammella, avere una mutazione sul gene BRCA1 significa avere circa 1 possibilità su tre di sviluppare un secondo tumore entro 10 anni dalla diagnosi del primo. Per le donne tra 35 e 39 anni, una mutazione sullo stesso gene è responsabile di un caso su 4 di recidiva entro 10 anni. Gli esperti americani giudicano in modo molto positivo questo dato. Secondo Ann Partridge del Dana-Farber Cancer Institute di Boston: “la percentuale di test eseguiti in questa popolazione è probabilmente già più alta rispetto a quella di altri tipi di tumori, ma è comunque importante vedere che il dato cresce e sempre più donne si sottopongono al test”.

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