Roma, 12 giugno 2013 – Il tumore del seno fa sempre meno paura. Se diagnosticato in fase precoce, infatti, nel 90% dei casi guarisce perfettamente. Questo grazie anche ai progressi della ricerca, che vedono il nostro Paese capofila nel mondo per il trattamento e l’assistenza delle pazienti.
“Il contributo del Gruppo Italiano Mammella (GIM) è stato determinante per raggiungere l’eccellenza – commenta il prof. Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica del Regina Elena di Roma, durante il convegno nazionale promosso dal GIM nella capitale per la presentazione degli ultimi lavori scientifici sul cancro al seno –. Il nostro network, che riunisce i maggiori specialisti italiani, è nato dal desiderio di costituire un rapporto di stretta collaborazione clinica e scientifica tra tutti coloro che operano quotidianamente in questo settore. Per assicurare alle pazienti il maggior livello assistenziale possibile, oltre a favorire il progresso nella ricerca. Abbiamo compiuto grandi passi. Tutto il lavoro fatto finora rischia però di essere minato, nella sua validità, dalla mancata o non corretta applicazione di raccomandazioni e linee guida sul trattamento della patologia. Siamo preoccupati, come oncologi, dalla formulazione di proposte terapeutiche spesso minimaliste, che non tengono conto delle raccomandazioni provenienti dalle Società Scientifiche. Queste modalità di cura, seppure accattivanti per le pazienti per la loro durata ridotta ed una contenuta incidenza di effetti collaterali, spesso non sono sostenute da sufficienti prove scientifiche. Presentano quindi il rischio concreto di un minore effetto sulle possibilità di guarigione”. Eppure, esistono ormai da tempo schemi terapeutici di comprovata efficacia, fondamentali per le oltre 46mila italiane che ogni anno si ammalano di neoplasia al seno. “La Comunità Oncologica Nazionale offre alle pazienti un’uniformità di trattamenti e percorsi condivisi ed omogenei su tutto il territorio – spiega la prof.ssa Lucia del Mastro, dell’Oncologia Medica dell’IST di Genova –. Questo permette da un lato di lavorare in rete tra le diverse Oncologie, dall’altro di ottimizzare dati clinici e utilizzare in modo appropriato le risorse per garantire alle malate le migliori modalità di approccio diagnostico e terapeutico”.