Roma, 25 marzo 2013 – Il 97% dei camici bianchi del Regno Unito ha prescritto almeno una volta nella propria carriera un trattamento placebo. E’ quanto evidenzia una ricerca condotta da ricercatori delle Università di Oxford Southampton.
Secondo l’indagine i medici d’Oltremanica hanno consigliato prettamente placebo ‘impuri’, definizione in cui rientrano trattamenti la cui efficacia non è provata (come ad esempio quella degli antibiotici per le sospette infezioni virali) o anche esami fisici e del sangue non necessari, fatti eseguire solo per rassicurare i pazienti. I placebo ‘puri’, invece, ai quali è ricorso solo il 12%, sono vere e proprie pillole di zucchero o iniezioni saline che non contengono principi attivi. Per l’indagine è stato coinvolto un campione rappresentativo dei medici del Regno Unito registrati al General Medical Council e sono state ottenute 783 risposte on line. I risultati hanno mostrato che i medici prescrivono placebo sia puri che impuri per ragioni molto simili: si tratta del tentativo di indurre effetti psicologici, di soddisfare una richiesta che viene proprio dal paziente o della volontà di rassicurarlo. L’atteggiamento nei confronti dell’utilizzo del placebo varia tra il personale medico. Il 66% dice che quelli puri sono eticamente accettabili in determinate circostanze, mentre il 33% afferma che non siano mai accettabili. I placebo impuri sono i più ampiamente accettati, con l’84% dei medici che li ‘promuove’. Di contro, sia che si tratti di placebo puri che impuri, oltre il 90% dei medici ne contestano l’uso nel caso in cui possa mettere in pericolo la fiducia fra medico e paziente.