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Diete “low carb” bocciate dagli esperti: “I carboidrati servono”

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Gli scienziati dell’Icqc: “Chi promuove le diete a basso apporto di carboidrati li accusa di provocare picchi glicemici ma non è così. I carboidrati sono fondamentali per la salute e nella dieta mediterranea rappresentano fino al 60% delle calorie”. Dimagrire in salute riducendo i carboidrati? “E’ una fake news”. A bocciare le diete ‘low carb’ sono gli esperti dell’International Carbohydrate Quality Consortium (Icqc), ricercatori, nutrizionisti, clinici e epidemiologi da tutto il mondo, riuniti a Catania, per condividere le più solide e recenti ricerche scientifiche che promuovono i carboidrati e il loro ruolo nella dieta mediterranea, dove rappresentano fino al 60% delle calorie. “Chi promuove le diete a basso apporto di carboidrati li ‘accusa’ di provocare picchi glicemici – riferiscono gli esperti – ma in realtà i carboidrati complessi a lento assorbimento provocano un più graduale innalzamento della glicemia”.

Al contrario “un’alimentazione ad alto contenuto di carboidrati complessi a lento assorbimento – come la pasta cotta al dente, gli ortaggi e la frutta – e di fibra, di cui sono particolarmente ricchi frutta, legumi, avena, orzo, alimenti a base di cereali integrali, crusca di frumento e verdure favorisce il controllo dell’indice glicemico”. Se il ritorno della ‘carbofobia’ preoccupa gli scienziati, non ci sono invece dubbi sui vantaggi nutrizionali della dieta mediterranea, di cui il 16 novembre ricorre l’anniversario dell’iscrizione a patrimonio Unesco, supportata da una vastissima letteratura scientifica. Secondo gli esperti, la dieta mediterranea è la migliore per gestire il peso e prevenire le malattie croniche non trasmissibili, prima di tutto il diabete di tipo 2. Non è solo un modello alimentare – proseguono gli esperti – ma soprattutto uno stile di vita, in cui c’è posto per ogni alimento, improntato alla varietà e ad un approccio verso il cibo inclusivo e non punitivo, che deve fare parte di un comportamento complessivo, nel quale sono l’educazione e la consapevolezza nutrizionale a fare la differenza.

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