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OMS: rivoluzione digitale in arrivo, evitare le diseguaglianze

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La sanità sta per essere investita da una rivoluzione digitale, ma milioni di persone rischiano di rimanere escluse. È l’allarme lanciato dalll’Ufficio europeo dell’Oms in occasione del ‘Symposium on the Future of Health Systems in a Digital Era in the European Region’ tenutosi fino a ieri a Porto. In occasione del summit è stata presentato un rapporto secondo cui solo metà dei Paesi ha adottato politiche per superare il ‘digital divide’, la cui persistenza può mettere a rischio il diritto alla salute. “Mentre corriamo verso questo futuro digitale, dobbiamo porci alcune domande importanti: se i suoi benefici saranno inclusivi, se i nostri dati saranno sicuri e protetti, quale impatto avrà sul personale sanitario”, afferma il direttore dell’Ufficio europeo dell’Oms Hans Henri Kluge. Il rapporto (‘Digital health in the European Region: the ongoing journey to commitment and transformation’) rileva che la pandemia ha impresso una’accelerazione alla transizione digitale e oggi l’83% degli Stati della Regione europea dell’Oms ha un programma per la sanità digitale, il 77% possiede un’agenzia dedicata, tutti hanno destinato risorse alla digitalizzazione. Sono inoltre sempre più diffuse pratiche come la telemedicina o il monitoraggio da remoto dei pazienti (nel 77% degli Stati), la prescrizione elettronica (82%), sistemi di valutazione degli esami da remoto (come la teleradiologia). Il grande scoglio resta l’accesso alle nuove tecnologie: solo il 52% degli Stati ha sviluppato politiche per l’alfabetizzazione digitale sanitaria e il 56% piani per l’inclusione digitale. “È una triste ironia che le persone con competenze digitali limitate o assenti siano spesso quelle che possono trarre il massimo vantaggio dagli strumenti e dagli interventi sanitari digitali, come gli anziani, i disabili o le comunità rurali”, aggiunge Kluge. “Affrontare questo squilibrio è necessario per la trasformazione digitale del settore sanitario”.

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