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Oncologia, in Italia ogni anno spesi 20 miliardi per la cura dei pazienti

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Ancona, 3 dicembre 2020 – In Italia ogni anno circa 20 miliardi di euro vengono spesi per la cura dei pazienti oncologici: le uscite per i farmaci antineoplastici, nel 2018, hanno raggiunto i 5 miliardi e 659 milioni e i costi diretti a carico dei pazienti e delle famiglie sono stimati pari a 5,3 miliardi di euro. La spesa sanitaria pubblica, nel nostro Paese, nel 2018, è stata pari al 6,5% del PIL, inferiore a quella di grandi Stati europei come Germania (9,5%), Francia (9,3%) e Regno Unito (7,5%). Occorre individuare la strategia più efficace che possa consentire un accesso equo e sostenibile in ambito oncologico, anche in ragione della peculiare combinazione di fattori che vedono sempre più malati, trattati per un tempo sempre più lungo, con costi unitari elevati e crescenti. E’ quanto è emerso ieri durante il Convegno promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) – Regione Marche, che ha previsto un confronto tra istituzioni, oncologi e farmacisti. “La disponibilità e l’accessibilità alle migliori cure disponibili rappresenta un diritto imprescindibile per i pazienti oncologici e un elemento fondante di ogni sistema sanitario – ha sottolineato Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia presso l’Università Politecnica delle Marche, Direttore della Clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona e Coordinatrice AIOM regione Marche -. I progressi della medicina, sia in ambito diagnostico che terapeutico, da un lato hanno portato a risultati straordinari in termini di salute per i malati di cancro, dall’altro si è assistito ad un cambiamento e ad un aumento dei bisogni di salute e dei servizi di assistenza per i pazienti e per i loro familiari. Con un conseguente aumento dei costi dei farmaci oncologia. Appare necessaria una pratica basata sull’evidenza, con un uso appropriato dell’intervento diagnostico e terapeutico e non solo del farmaco attraverso le linee guida come strumento per la pianificazione e l’ottimizzazione dei processi terapeutici ma anche attraverso una organizzazione a rete. Le catastrofi reclamano un cambio di mentalità e in questo senso dobbiamo abbandonare la logica attuale della valutazione della spesa farmaceutica per promuovere nuove forme di valutazione che tengano conto dell’intero percorso del paziente e non solo del consumo di farmaci. A tutti i pazienti devono essere garantite le migliori cure, con i criteri dell’appropriatezza, ma considerando le risorse investite e risparmiate in tutto il percorso di cura”. In questo l’oncologo ha una responsabilità clinica, che si esprime attraverso il dovere verso il malato ma anche una responsabilità sociale espressa dal dovere verso la società. “La sostenibilità è una delle problematiche più rilevanti nella gestione del SSN. Ogni atto in sanità, compreso negli aspetti logistici, dovrebbe prendere in considerazione questo aspetto per consentire una corretta allocazione delle risorse tale da garantire l’accessibilità di tutti i pazienti ai migliori trattamenti. Un sistema a Rete può consentire un risparmio di risorse importante per ottimizzare i costi. Il medico può influire in queste scelte attraverso la prescrizione appropriata e la corretta selezione dei pazienti. Tale approccio consente, infatti, di ottimizzare il rapporto rischio beneficio e costo/beneficio evitando tossicità inutili quando non ci si attenda un risultato e ottenendo la miglior attività quando la terapia è somministrata al paziente corretto e nel modo corretto – ha affermato Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM e Responsabile dell’Oncologia Medica dell’Ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo – L’accessibilità ai farmaci, che per quanto riguarda i farmaci innovativi è aiutata dal Fondo per i farmaci oncologici, dipende dalle procedure registrative e dalla riduzione dei passaggi intermedi tra AIFA e l’arrivo dei farmaci al paziente e lo sforzo di AIOM deve essere indirizzato alla riduzione di tali tempi, senza però rincorrere, ad ogni costo, l’ultima moda in assenza di reale beneficio clinico”. “Coniugare innovazione e sostenibilità in oncologia è possibile. A patto di realizzare una governance efficace, di utilizzare in modo appropriato i farmaci ad alto costo e i budget assegnati alle strutture, reinvestendo nelle cure innovative e nella ricerca quei risparmi che possono essere generati dai biosimilari – ha aggiunto Saverio Cinieri, Presidente Eletto Nazionale AIOM e Direttore dell’U.O.C. di Oncologia di Brindisi -. E’ indispensabile a tal fine dare vita concreta alle reti oncologiche in tutte le regioni e ottimizzare la gestione delle reti oncologiche laddove esistono”. Come rendere i costi sostenibili? “Con appropriatezza, corretta selezione dei pazienti, identificazione di caratteristiche predittive di riposta e di indicatori precoci di attività o resistenza, con il recupero di risorse, con analisi di costo-efficacia e ricerca di esito” ha concluso Rosa Rita Silva, direttrice dell’Oncologia dell’Ospedale di Fabriano e coordinatrice per la regione Marche del CIPOMO (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri.

 

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