Roma, 30 maggio 2018 – Un paziente che ha superato il tumore alla prostata e segue un trattamento per bloccare il rilascio di ormoni maschili ha un maggior rischio di sviluppare malattie croniche. Lo sostiene una ricerca dell’Università dell’Australia meridionale che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Prostate Cancer and Prostatic Disease. L’analisi ha posto sotto i riflettori 3.700 persone in un periodo tra il 2003 e il 2014. I dati mostrano che coloro i quali hanno superato questo tipo di cancro e hanno avuto cure per bloccare gli ormoni hanno avuto maggiori probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, depressione, diabete, disturbi gastrici, iperlipidemia e condizioni infiammatorie o dolorose. “Questi dati ci aiuteranno a sviluppare un approccio basato sui bisogni per garantire l’uso ottimale dei servizi di assistenza sanitaria che affrontano in modo efficace le condizioni croniche multiple”, dice Agnese Vitry, una delle ricercatrici dello studio. Secondo una ricerca condotta nel Regno Unito e inserita all’interno della pubblicazione, infatti, i costi ospedalieri dei sopravvissuti al cancro alla prostata con comorbilità (cioè con la coesistenza in un paziente di più patologie) ammontano a 13 mila euro, rispetto ai 3.000 di chi è sopravvissuto al cancro e non ha malattie croniche.
Tumore della prostata: più malattie croniche dopo le terapie blocco ormoni
30 Maggio 2018 | 0 commenti