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Allarme: con l’aria inquinata cala la qualità dello sperma e la fertilità

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Roma, 27 novembre 2017 – L’inquinamento atmosferico rappresenta una nuova e seria minaccia per la fertilità. Secondo una ricerca pubblicata online su ‘Occupational & Environmental Medicine’ le polveri sottili Pm 2,5 sono collegate ad uno sperma di qualità inferiore. Anche se l’entità di questo effetto risulta relativamente piccola in termini clinici, data la diffusione dell’inquinamento atmosferico potrebbe significare ugualmente infertilità per un “numero significativo di coppie”, precisano gli autori del lavoro. L’esposizione ambientale alle sostanze chimiche è ritenuta un potenziale fattore di peggioramento della qualità degli spermatozoi, ma non è ancora chiaro se anche lo smog possa avere un ruolo, spiegano gli esperti. Per esplorare ulteriormente questa possibilità, un team internazionale di ricercatori ha esaminato l’impatto dell’esposizione a breve e lungo termine al particolato fine Pm2,5 su quasi 6.500 uomini con età tra i 15 e i 49 anni a Taiwan. Gli ‘arruolati’ partecipavano tutti, nel periodo 2001-2014, a un programma di esami medici standard durante il quale è stata valutata anche la qualità del loro sperma (numero totale, forma/dimensione, movimento). I livelli di Pm2,5 ai quali erano esposti i protagonisti dello studio sono stati stimati in base all’indirizzo di casa di ciascuno, per un periodo di tre mesi e per una media di 2 anni, utilizzando un nuovo approccio matematico combinato con i dati satellitari della Nasa. Risultato: è stata effettivamente trovata una forte associazione tra esposizione a Pm2,5 e forma anormale dello sperma. Ogni 5 µg/m3 (microgrammi per metro cubo) di aumento del particolato fine nella media dei 2 anni è stato associato a un significativo calo, dell’1,29%, nella forma e dimensione dello sperma normale.

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