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Buoni screening oncologici: il position paper di Fondazione Gimbe

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Oxford, 9 dicembre 2015 – Le strategie di screening oncologico hanno l’obiettivo di identificare il maggior numero di tumori possibili, nella speranza che la diagnosi precoce coincida sempre con una riduzione della morbilità e mortalità: di conseguenza, vanno ampliate le popolazioni target, utilizzati test molto più sensibili e aumentata la frequenza. Le strategie di screening variano anche in relazione al loro value: quelle a elevato value producono grandi benefici rispetto a rischi e costi associati, mentre le strategie dal basso value restituiscono benefici enormemente più piccoli rispetto a rischi e costi. Sono alcuni dei dati presentati dalla Fondazione Gimbe che ha valutato le performance regionali nel periodo 2003-2013 utilizzando l’indicatore 2 della “Griglia Lea”, che descrive le attività dei 3 programmi di screening e l’adesione da parte della popolazione eleggibile. «La notevole diffusione di screening oncologici intensivi al di fuori dei programmi organizzati – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – risponde a forti sollecitazioni che spingono medici e cittadini verso l’approccio della massima probabilità di diagnosticare ogni forma di cancro. Infatti, tutti siamo istintivamente portati a credere che l’identificazione precoce di una lesione e la conseguente tempestività del trattamento migliorino sempre la prognosi del tumore senza comportare alcun rischio». Al fine di diffondere la consapevolezza di come si modifica il value degli screening in relazione alla loro intensità, il Position statement Gimbe – presentato ieri dal presidente a Oxford in occasione della conferenza internazionale «Hellish Decisions in Healthcare» – ha valutato secondo questo nuovo approccio cinque screening oncologici (mammella, cervice uterina, colon retto, ovaio e prostata), identificando i test diagnostici raccomandati e non raccomandati, al fine di guidare le decisioni politiche, manageriali e professionali, oltre che informare le scelte dei cittadini.

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