Una galleria d’arte all’interno di un reparto ospedaliero, un’idea suggestiva che a Genova si è tramutata in realtà in occasione dell’inaugurazione ufficiale, presso l’ospedale Galliera, dell’innovativo servizio di accoglienza, informazione, supporto psicologico, sociale e di orientamento dedicato al paziente oncologico.
«Erano diversi anni che avevo in testa questa idea – racconta Bruna Solinas, architetto, gallerista di Artrè, ma anche paziente di Oncologia – lo spunto è venuto con l’apertura del nuovo Patient Service del Galliera.
La presenza dell’arte all’interno della struttura può svolgere una funzione fondamentale per cambiare l’atmosfera che si respira in luoghi come questo, spesso intrinsecamente cupi».
Un intervento migliorativo a favore degli ammalati ma anche delle persone che tutti i giorni lavorano in ospedale.
Il Centro si occuperà di accogliere i pazienti, rappresenterà un supporto continuo lungo tutto il percorso diagnostico e terapeutico, indirizzerà i malati, circa cinquanta al giorno, nel day hospital e li informerà sugli esami da effettuare e gli effetti delle cure.
«I pazienti non chiedono miracoli agli operatori sanitari ma soffrono quando si sentono abbandonati senza un percorso – dichiara Andrea De Censi, Direttore della SC di Oncologia Medica del Galliera – l’attività svolta dal centro di accoglienza e servizi è di offrire al paziente, in un momento di massima fragilità, la prospettiva di una presa in carico globale».
Il progetto, promosso dall’Agenzia Regionale per la Sanità in Liguria è, in questa prima fase, finanziato dall’Ente con risorse raccolte dalla SC di Oncologia Medica del Galliera, grazie al fondo delle donazioni di pazienti e loro famigliari, in attesa della delibera definitiva del finanziamento regionale sul Patient Service.
In questa particolare location Bruna Solinas ha allestito una mostra d’arte moderna permanente, il cui titolo è emblematico, «Accoglienza, calore… colore», con 19 opere di 11 artisti, Gianluigi Brancaccio, Oretta Cassisi, Luciano Caviglia, Lino Di Vinci, Ruben Esposito, Margherita Levo Rosemberg, Maurizio Nazzaretto, Marco Nereo Rotelli, Brunella Rossi, Raimondo Sirotti, Daniela Zampini Kalepyros.
«Abbiamo privilegiato i colori forti, vivi, come gli arancioni, che ti fanno vedere la luce – racconta Bruna Solinas – Lo scopo è partire dall’accoglienza e dal calore che questa sala offre al paziente e cercare di allietare la sua forzata presenza attraverso il contributo curativo ed emozionale del colore».
«L’allestimento non è stato facile – continua Bruna Solinas – ci siamo confrontati con le strutture inamovibili di un reparto ospedaliero, ma il risultato è stato brillante e ha suscitato il convinto apprezzamento dei pazienti e del personale medico».
L’idea è quella di una mostra dinamica, che ciclicamente cambia, togliendo alcuni pezzi e sostituendoli periodicamente con altri, trasmettendo un senso di movimento che diventi un segno di speranza per i malati, costretti a trascorrere lunghi momenti della loro esistenza in ospedale.
Un’esperienza che presto potrebbe essere esportata presso altri reparti.
«Con alcuni artisti presenti in mostra, ad esempio l’amico Raimondo Sirotti, stiamo pensando di organizzare dei concorsi per i ragazzi dell’Accademia di Belle Arti – conclude Bruna Solinas – sarebbe un’occasione per far conoscere le opere di giovani talenti, magari affiancandole a quelle di artisti più conosciuti».