Suleika Jaouad è una giovane scrittrice americana. Ha 24 anni e cura la rubrica “Life, Interrupted” sul blog Well del New York Times. Lì racconta la sua personale esperienza, di giovane adulta, con il cancro. Tra i vari post troviamo il recente “Six Ways to Cope With Cancer”: per voi una sintesi.
Trova la tua comunità
Le comunità fisiche sono meglio, perché ci si guarda in faccia, ma servono anche quelle virtuali (potete seguire Suleika su Twitter @suleikajaouad). Ma perché esporsi di fronte ad un gruppo di sconosciuti, verrebbe da chiedersi? Perché può accadere che iniziare a frequentare un gruppo di persone con esperienza di cancro ci renda consapevoli di non essere soli. Ci sono molte persone interessanti che stanno vivendo lo stesso faticoso quotidiano e capita che guardandole in faccia, invece, di essere sopraffatti dal loro dolore (come si potrebbe temere) si esca rafforzati dalla loro forza e dalle loro esperienze.
Elimina la confusione
Bastano piccole cose. Il mantra per Suleika è stato: semplificare, semplificare, semplificare. Ed ha cominciato così, ponendosi delle domande: di cosa ho bisogno veramente? Cosa posso metter da parte? Cosa posso buttare? Così ha eliminato gli oggetti inutili. Poi, esegue regolari mini-bliz di pulizie. D’accordo stancano, ma l’ordine fa stare meglio: avere spazio e luce intorno aiuta soprattutto nei periodi in cui si deve stare molto a letto.
Assegna una priorità alle tue relazioni
Anche nella vita sociale un po’ d’ordine non guasta. Non riuscire a stare dietro come si vorrebbe (banalmente come si riusciva prima) ai propri amici può essere frustrante, ma il tempo dopo la diagnosi si riduce e le cose da fare sono molte. Suleika ha cominciato da suoi due BlackBerries (uno per il lavoro e uno per gli amici), liberandosene. Ha comprato un nuovo telefono: no e-mail, no Facebook e nessuna tastiera comoda. Poi piccoli gruppi di persone, meno impegni, maggiore presenza e, di conseguenza, relazioni più profonde.
Sii gentile con te stessa
Essere più indulgenti con se stesse per affrontare meglio il senso di frustrazione che si prova di fronte alla stanchezza fisica estrema e allo stato di confusione frequente che popolano alcune fasi della battaglia quotidiana contro il cancro.
Fai qualcosa per gli altri
Essere malati spesso significa stare al centro dell’attenzioni di qualcun’altro che si sta occupando di te (parenti, amici, infermieri, medici). È facile che si tenda a concentrarsi così tanto (troppo) sulla propria malattia al punto da lasciare davvero poco spazio agli altri. Un esercizio? Spostare il proprio punto di vista per sentirsi anche capaci di aiutare oltre che di essere aiutati.
Poniti degli obiettivi indipendenti dal cancro
Quando si hanno 20 anni al momento della diagnosi, come Suleika, si sta lavorando duro per realizzare i propri sogni. Non è facile mettere tutto in stand-by e non è neppure giusto farlo. Suleika aveva in mente di partire per la Tunisia (terra d’origine di suo padre) per raccontare i primi giorni della primavera araba. La diagnosi l’ha costretta ha cambiare programma, ma non le ha impedito di continuare a scrivere ogni settimana su di un altro tipo di rivoluzione: potete seguirla qui Life, Interrupted .
A cura di Norina Wendy Di Blasio