Sintomi
I sintomi possono essere diversi e talvolta la loro specificità è bassa e non orienta alla diagnosi dei tumori del colon retto.
Appartiene a questa categoria l’alterazione delle abitudini intestinali con aumento di feci poco formate o aumento della defecazione per un periodo di almeno 6 settimane.
Più significativa è la comparsa di sangue nelle feci non riferibile a tumore anale o a emorroidi. Anche la perdita di peso e una anemia con marcata diminuzione dell’emoglobina possono far sospettare un tumore.
La sintomatologia varia nella sua frequenza a seconda del tratto intestinale dove la neoplasia insorge. L’occlusione intestinale e la perforazione sono sintomi più rari.
La diagnosi sarà affidata in modo definitivo alla biopsia e alla istologia. I tipi istologici più comuni sono rappresentati dall’adenocarcinoma per tutti i tratti intestinali eccetto l’ano dove prevalgono i carcinomi squamo cellulari.
Diagnosi
La diagnosi si avvale dell’esame obbiettivo locale che per i tumori collocati a livello anale o rettale basso ed è rappresentato dalla esplorazione rettale e dall’endoscopia che può essere eseguita a vari livelli e a tutto il colon per la determinazione del tumore primitivo (T).
La Risonanza Magnetica (RM) fornisce preziose informazioni a carico dello scavo pelvico soprattutto a carico delle catene linfonodali così come l’ecografia ( N= linfonodi di drenaggio) che è utile anche per esaminare il fegato possibile sede di malattia a distanza. La Tomografia Computerizzata (TC) può dare informazioni sia sull’addome che sul torace sempre per quanto concerne la malattia metastatica ( M = metastasi).
Il marcatore tumorale che si ritiene utile eseguire è il CEA (Antigene Carcino-Embrionario).
Una volta che sono disponibili tutte le informazioni cliniche per decidere l’approccio terapeutico il paziente dovrebbe avvalersi di una visita collegiale del chirurgo, radioncologo e oncologo medico in modo da ricevere informazioni sulla terapia più idonea, sulle metodiche, vantaggi ed effetti collaterali.