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Oltre la malattia

Tumori del corpo dell’utero e dell’endometrio

tumori ginecologici

Nel periodo dal 1998 al 2002 i tumori del corpo dell’utero e dell’endometrio hanno occupato il sesto posto fra i tumori femminili: la sua frequenza è in aumento rispetto al 1988.

La mortalità è pressoché stabile  nei quinquenni dal 1988 e risulta massima nelle decadi di vita più avanzate.
La sopravvivenza varia molto in relazione allo stadio di malattia: intorno al 90% per lo ST.I  e  intorno al 25% nelle forme più avanzate ( ST.IV). La sopravvivenza, considerati tutti gli stadi di malattia, è intorno all’84%.
La sua incidenza in aumento è in parte legata anche all’uso di antiestrogeni, che soprattutto molti anni fa venivano somministrati per lunghi periodi di tempo (> di 5 anni) nei tumori della mammella ormono-responsivi, e all’uso di estrogeni senza associazione con progestinici (ad esempio, la pillola anticoncezionale).

Fattori di rischio

L’obesità è un fattore di rischio che aumenta da 3 a 10 volte la possibilità di ammalarsi di questo tumore. Inoltre, è stato stimato che un sovrappeso di 15 e 25 kilogrammi comporta un rischio da 3 a 5 volte superiore di ammalarsi di carcinoma endometriale.  Anche il diabete  e l’ipertensione sembrano essere fattori predisponenti.

Figura 1. Incidenza e mortalità per classi di età

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Figura 2. Incidenza e mortalità (anni 1988-1992, 1993-1997, 1998-2002)

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Per saperne di più
Tumori.net:  I tumori in Italia

Diagnosi e sintomi

Il sintomo più comune è rappresentato dal sanguinamento che mette subito in allarme la paziente  – nella maggior parte dei casi non più mestruata – e che la porta precocemente dal ginecologo. Nelle pazienti mestruate il sanguinamento può avvenire  fra due cicli mestruali. Nei casi avanzati anche il dolore può essere presente.

A fronte del sanguinamento viene eseguita  un’ecografia per via vaginale dove si studia lo spessore  dell’endometrio (mucosa del corpo dell’utero) che è ritenuto normale intorno ai 4-5 mm.
Tramite l’esame ecografico si studia  anche la omogeneità o disomogeneità dell’endometrio.

Per saperne di più
American College of Obstetricians and Gynecologists: Linee di condotta suggerite per lo screening tumorale ginecologico

E’ sempre utile effettuare una biopsia. La biopsia viene eseguita sulla mucosa del corpo uterino tramite l’introduzione di strumenti all’interno del collo uterino.

Per saperne di più
AIRC: tumore alla cervice uterina

Nel caso di esito bioptico positivo per cancro endometriale (si tratta di tumori definiti adenocarcinoma endometriale che rappresentano l’80% dei tumori del corpo dell’utero) verrà eseguita anche una TC o una RM sulla pelvi (la parte inferiore dell’addome) per visualizzare la sede di T del tumore e la sua estensione e i linfonodi pelvici (N) in cui la malattia può diffondere.

Si completerà la stadiazione con una TC dell’addome superiore per esame dei linfonodi posti lungo l’asse lombo-aortico e il fegato e con una TC del torace per escludere una diffusione della malattia a carico dei polmoni (M). La PET/TC può essere utile nel caso di sospetta estensione della malattia al peritoneo.

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