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Oltre la malattia

Il Bullone ha vinto il Premio “De Sanctis per la Salute Sociale”

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Sono stati ufficialmente premiati ieri pomeriggio, presso la sede del Consiglio di Stato, i cinque vincitori della seconda edizione dell’annuale “Premio De Sanctis per la Salute Sociale”, dedicata ai giovani.

L’autorevole giuria, presieduta da Walter Ricciardi, accademico e consigliere scientifico del Ministro della Salute, ha eletto vincitori: Sofia Corradi, pedagogista romana, ispiratrice e sostenitrice del progetto di studi Erasmus (area Esperienze istituzionali); Guido Bertolaso, in rappresentanza degli ideatori e legislatori del Servizio civile universale istituito con la legge 6 marzo 2001, n. 64 (area Legislativa); Giancarlo Perego, in rappresentanza di Fondazione Near Onlus, attiva a Milano a fianco dei giovani sui fronti salute, lavoro e inclusione ed editrice del mensile Il Bullone, di cui Perego è direttore (area Esperienze buone pratiche); Laura Dalla Ragione, fondatrice e responsabile del Centro Disturbi del Comportamento Alimentare Residenza Palazzo Francisci, Todi, USL Umbria 1 (area Ricerca) e Claudio Gubitosi, ideatore del Giffoni Film Festival di Giffoni Valle Piana (Salerno) dedicato ai ragazzi (area Esperienze buone pratiche).

«Nell’autunno del giornalismo, ben venga la primavera del Bullone». Così recentemente Don Antonio Mazzi ha salutato i giornalisti sociali del mensile Il Bullone. Un giornale, ma non solo.
Nel 2015, grazie ad un incontro con alcuni giornalisti e grafici di Corriere della Sera, è nato Il Bullone, un giornale mensile cartaceo e digitale, ideato e realizzato con il coinvolgimento operativo di ragazzi malati, tra studenti e volontari. Una testata mensile, diretta dal volontario Giancarlo Perego, che è diventata la voce di giovani che ogni mese si confrontano, ideano e realizzano un giornale che tratta dei temi cardine della nostra società, cercando di portare un punto di vista differente, che nasce da esperienze condivise e autentiche, anche tramite interviste a testimonial di altissimo livello.

Il Bullone è un giornale concepito e realizzato da ragazzi, dai quattordici ai trentacinque anni, che all’improvviso, o da sempre nel caso di patologie croniche, si trovano ad attraversare non solo la sfida della costruzione della propria identità e del proprio cammino di giovani uomini e donne, ma che devono farlo guardando in faccia l’abisso. Un crocevia di storie, esperienze, pensieri, vite, che si intersecano e che piano piano, articolo dopo articolo, cercano di ricostruire e seminare. Ricostruire giovani vite che sembrano spezzate, travolte dalla tempesta della malattia. Da questa esperienze, sono nati tanti progetti editoriali: libri, podcast, una casa editrice in fase di start up, che si stanno sviluppando, da una parte sia per valorizzare la grandissima ricchezza di contenuti della comunità che ruota intorno al Bullone, sia per aziende che ci chiamano per fare da consulenti di comunicazione e storytelling sociale.

Al centro del  progetto del giornalismo sociale del Bullone ci sono persone che diventano parte di un comunità, le loro storie di sofferenza e di rinascita, un luogo in cui sui trasformano le esperienze individuali in esperienze condivise, che seminano luce dentro sé stessi, e irraggiano sulla società la luce del possibile, anche quando sembra tutto impossibile.
La professione giornalistica per il Bullone ed i suoi redattori vuol dire anche rimanere fortemente attaccati alla realtà  per quella che è. Una leva attraverso cui poter tentare di piegare e forzare quel sistema in cui si vive, per renderlo più giusto ed inclusivo.
A oggi i ragazzi attivi e coinvolti nella Fondazione sono circa centocinquanta, ottantaquattro di loro sono stati riconosciuti come giornalisti pubblicisti ad honorem dall’Ordine dei giornalisti della Regione Lombardia. Quattro di loro continuano a scrivere da sopra le nuvole.

Il Bullone è un luogo aperto e inclusivo. La comunità si è allargata sempre più, coinvolgendo anche giovani e altre realtà come i detenuti del Carcere di Opera e San Vittore, i giovani della comunità Exodus di Don Mazzi, gli stranieri accolti nei centri di Intersos di Roma e tanti altri. L’iniziativa è nata nell’alveo della Fondazione Near Onlus, fondata dall’imprenditore sociale Bill Niada,  un luogo dove i giovani sono motori e ispiratori di pensieri “alti” che contaminano con le loro esperienze ed esempi altri giovani (ma anche gli adulti), portandoli a riflettere su ciò che è davvero importante per la vita di tutti. La vera forza della redazione del Bullone è la delicatezza dell’amore, che ci fa riscoprire la vita con la sua autenticità.  Una vita che non si nasconde, ma che pone dubbi, che attraversa l’incertezza per acquisire l’unica certezza che possiamo avere: che siamo tutti esseri delicati e fragili, ma che grazie alla sincerità di uno sguardo che accoglie, che indaga senza giudicare, che si apre al diverso, possiamo costruire. Mattone dopo mattone, bullone dopo bullone, una società più umana e armonica.

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