E’ il quinto anno questo da quando, come un fragoroso temporale, si è scatenato il “mostro”.Tornando indietro ai primi momenti di quest’esperienza così forte, alla fatidica diagnosi, ricordo di essere stata assalita da uno stupore incredulo. Come se protagonista di quell’evento fosse un’altra persona, non io.
All’improvviso tutto perdeva di importanza. Uno smarrimento totale, completo, assoluto. Poi l’operazione. La chemio. La radio. E la lotta.
La voglia di non arrendersi, di non recriminare, di andare avanti. La volontà di non fermarsi mai a guardare oltre la linea di confine, là nel buio del baratro: concentrarsi sulla terapia; non permettere a nessun pensiero negativo di penetrare nella mente ed invaderla; non permettere al “mostro” di cancellare la bellezza, curandola ogni giorno con la netta convinzione che non solo sia possibile farlo, ma anche con a stupita constatazione che sia addirittura piacevole, come se tale cura sia uno scudo potentissimo contro il “mostro”
Così faccio. Ed attonita mi rendo conto che la lotta al “mostro” mi ha dato ali per volare, mi ha dato uno sguardo tutto nuovo sul mondo, mi ha dato una serenità di fondo incredibile, E sorrido, e rido.
Anche prima sorridevo e ridevo, piena di ottimismo. Ma ora il sorriso è più profondo, come di chi non tema più nulla, perché ha affrontato il nulla. Ma ora la risata è più squillante, come quella purissima di un bimbo che si apre alla vita.
Ed affronto la quotidianità della vita con leggerezza, con una leggerezza che agli altri appare straordinaria.
Nei casi della vita ogni essere umano è pur sempre “solo”, nonostante la vicinanza delle persone care e degli amici.
Ma chi ha affrontato una simile battaglia non lo è mai più, perché ha conosciuto e conquistato pienamente se stesso e ha sperimentato l’ ineguagliabile solidarietà di chi ha attraversato la stessa vicenda. E ringrazio e benedico il Signore di ciò.
Buon anno a tutte voi, sorelle.
Cinzia