Si chiama Foreign Women Cancer Care, il progetto pilota che intende creare una rete territoriale per facilitare l’accesso alla prevenzione e alla cura dei tumori femminili
L’I.F.O. – Istituti Fisioterapici Ospitalieri di Roma, l’AIMaC – Associazione Italiana Malati di Cancro, l’Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli di Roma e la Cooperativa Roma Solidarietà– Caritas di Roma (CRS), con la collaborazione e il patrocinio del Centro per la Pastorale della Salute del Vicariato di Roma, hanno ideato e dato avvio al progetto pilota “Foreign Women Cancer Care. Una rete territoriale per facilitare l’accesso alla prevenzione e alla cura dei tumori femminili finanziata dal Ministero dell’Interno, nell’ambito del Fondo Europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi 2007-2013.
Obiettivo del progetto è quello di favorire, attraverso un processo di empowerment delle donne straniere presenti sul territorio del Comune di Roma, un’assunzione di responsabilità riguardo al proprio stato di salute, facilitando, quale base essenziale per una migliore integrazione, l’accesso alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) su un piede di parità con i cittadini nazionali e in modo non discriminatorio.
La scelta dell’intervento si basa sulla volontà di individuare strategie in grado di garantire un adeguato accesso e una cura oncologica di qualità ai cittadini immigrati presenti sul territorio del Comune di Roma, attraverso la riduzione delle barriere socio-culturali ed economiche, la risposta ai bisogni psico-sociali, il potenziamento della consapevolezza delle disparità razziali ed etniche, la formazione degli operatori alla competenza culturale, l’incremento della partecipazione di queste popolazioni ai programmi di prevenzione e cura, nonché l’eventuale inserimento in trials clinici ed il loro coinvolgimento nelle scelte terapeutiche.
Gli immigrati presenti sul territorio italiano hanno il diritto sancito della legge 48/98 di accedere alle strutture sanitarie. Il riconoscimento formale però non corrisponde a una vera presa in carico, e anche le esperienze di volontariato nate per rispondere a questo bisogno reale, scontano il limite di una totale mancanza di integrazione con i servizi pubblici.
Nella popolazione di immigrati che vive a Roma, stante un livello molto basso di prevenzione, sono stati rilevati elevati livelli d’incidenza relativi al cancro della mammella e della cervice unitamente ad elevati livelli di distress psicologico e peggiore Qualità di Vita.
La disparità nella prevenzione del cancro, che rappresenterebbe invece la prima cura, può dipendere da diverse barriere socio-culturali che limitano l’accesso agli screening. Gli immigrati arrivano alle strutture sanitarie spesso quando il cancro è già in uno stadio molto avanzato. Ecco perché è molto importante promuovere la prevenzione e l’informazione rispetto al cancro.
Il progetto pilota ha durata annuale e si concluderà a giugno 2014. Se i risultati ottenuti saranno giudicati soddisfacenti in termini di miglioramento dell’integrazione e dell’accesso dei cittadini stranieri alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), il modello “Foreign Women Cancer Care” verrà riproposto a livello nazionale.
Fonte: AIMaC