Prima di cominciare la chemioterapia, spesso i medici consigliano di tagliare i capelli corti o cortissimi, per limitare lo shock della caduta. Molte donne seguono il consiglio, altre adottano strategie differenti, come legare i capelli lunghi in una treccia finché è possibile. Ma tutte possono provare ad indossare una parrucca e a volte il gioco è così divertente che si dimentica per un po’ di farlo per necessità.
Si può scegliere una parrucca simile alla nostra reale capigliatura, se non si vuole enfatizzare troppo il cambiamento. Generalmente gli addetti del settore consigliano di mantenere quanto più possibile un’immagine conosciuta, cui siamo abituate, considerandola rassicurante. L’idea è dunque quella di trovare una parrucca di un colore molto simile al nostro e sottoporla ad un taglio quanto più vicino al nostro stile abituale. Questo eviterà sia di stravolgere la nostra fisionomia in un momento delicato e anche di essere sottoposta a commenti ed indiscrezioni da parte di chi, conoscendoci ma non sapendo di quanto sta accadendo, potrebbe incorrere in spiacevoli gaffe.
Ma un’altra teoria vuole che il momento della chemioterapia vada vissuto con la profonda fiducia e consapevolezza che sia solo transitorio e che, specialmente per le donne più giovani, possa essere di aiuto attraversarlo come un periodo diverso dal solito, in cui trovare lati positivi anche nelle difficoltà. La parrucca allora può diventare un gioco: si può giocare a cambiare colore più volte, ad avere finalmente capelli ricci senza permanente o lisci senza la piastra. E si possono portare i capelli corti di giorno e lunghi la sera, altro che extension!
L’importante è tenere presente che le parrucche acquistate devono essere ipoallergeniche, poiché il cuoi capelluto è più sensibile e facile alle irritazioni. Inoltre, per poter usufruire delle detrazioni previste, devono essere certificate con destinazione d’uso come dispositivo medico e marcate CE (direttiva 93/42/CEE).
Una parrucca acquistata in seguito ad un ciclo di chemioterapia, difatti, può essere detratta tra le spese sanitarie Irpef attraverso il modello Unico nella misura del 19% (Risoluzione Agenzia delle Entrate 9/E del 16 febbraio 2010). L’Amministrazione finanziaria ha inoltre richiamato la Circolare n. 25/1997 aggiungendo che – nonostante la parrucca non sia ricompresa nel Nomenclatore tariffario delle protesi – alla stessa deve essere riconosciuta la detraibilità in quanto volta a sopperire un danno estetico conseguente ad una patologia. La Risoluzione n. 9 del 16/02/2010 dell’Agenzia delle Entrate ha aggiunto anche che la spesa sostenuta per l’acquisto della parrucca può beneficiare della detrazione in quanto: a) sopperisce ad un danno estetico conseguente ad una patologia;b) supporta una condizione di grave disagio psicologico nelle relazioni della vita quotidiana.
La parrucca è dunque considerata a tutti gli effetti un dispositivo medico, ma noi possiamo continuare a vederla semplicemente come un piacevole e temporaneo accorgimento estetico.
A cura di Emanuela Valente