Con un terzo degli organici in ferie cala del 63,2% l’attività degli ambulatori, chiusi nel 5,3% dei casi. Compromessa la qualità dell’assistenza nel 58% dei reparti: l’estate negli ospedali dell’Emilia-Romagna è nella ricerca dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), che ha analizzato 19 Unità operative di medicina interna degli ospedali emiliani. Secondo l’indagine, la quasi totalità dei medici dell’Emilia- Romagna usufruiscono dei 15 giorni di vacanze nel periodo estivo, come garantito dal contratto nazionale di lavoro. Questo comporta una riduzione degli organici in reparto che varia tra il 21 e il 30% nel 42,11% dei casi, tra il 30 e il 50% nel 16% dei reparti e del 21% tra l’11 e il 20%. Per chi resta il volume di lavoro aumenta nel 37% dei casi e ciò incide “abbastanza” sull’assistenza offerta ai cittadini nel 47,3% dei nosocomi, “molto” in un altro 10,6%, “poco” nel 42,1% dei reparti e mai “per nulla”. A risentirne nello specifico sono poi le attività ambulatoriali, che diminuiscono le loro attività nel 63,2% dei casi e chiudono del tutto nel 5,3% degli ospedali. Un altro 10,5% garantisce invece l’invarianza nel numero e nei tempi delle attività negli ambulatori, che sono rimodulate nei tempi ma invariate nel numero di prestazioni nel 21% di casi. Se pur riducendo le attività d’estate gli ospedali non chiudono per ferie lo si deve ai sacrifici sostenuti dai medici per coprire la carenza di personale già di per se cronica. Ecco così che il 52,3% tra giugno e settembre vede qua e là saltare i riposi settimanali che pure dovrebbero essere sempre garantiti. Nello stesso arco temporale il 52,6% è obbligato coprire i turni notturni con attività aggiuntive, mentre il 21% è chiamato a garantire anche i turni in pronto soccorso.