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Studio: Covid-19 meno letale in città più “verdi”

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29, agosto 2022 – Inquinamento atmosferico ed estensione delle aree verdi urbane influiscono in modo diretto sulla diffusione del Covid-19.

E’ quanto rende noto una ricerca Sima, la Società Italiana di Medicina Ambientale in collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università Complutense di Madrid e l’Università del Sannio pubblicata sulla rivista “Environmental Research”. “La ricerca mostra i diversi impatti in termini di infezioni, ricoveri e mortalità che il Covid ha prodotto nei diversi territori a seconda dell’intensità dell’inquinamento atmosferico e dell’estensione delle aree verdi, costituendo un’ulteriore prova che l’ambiente influisce direttamente e in modo rilevante sul nostro stato di salute”, spiega il presidente Sima, Alessandro Miani. Lo studio italo-spagnolo ha analizzato l’associazione tra incidenza, ricoveri o decessi per Covid e l’estensione delle aree verdi pubbliche in 10 città italiane e 8 province spagnole con più di 500.000 abitanti. Al netto delle diverse dinamiche di contagio legate alla densità di popolazione, i risultati dello studio mostrano in modo chiaro come l’impatto del Covid in termini di contagi, ricoveri e decessi sia stato inferiore in quelle città che vantano una maggiore estensione del verde pubblico e minori concentrazioni medie annue di PM2.5. In particolare in base ai dati elaborati dalla Società Italiana di Medicina Ambientale attraverso lo studio e riferiti al 2021, ad un incremento di un km2 di aree verdi urbane per 100.000 abitanti corrispondono circa 68 contagi in meno tra la popolazione, 1 ricovero risparmiato e 115 decessi evitati. Ancora più pronunciato l’effetto dell’inquinamento atmosferico, laddove ad ogni incremento di 1 microgrammo per metro cubo di PM2.5 per 100.000 abitanti corrispondono 367 contagi in più, 2 ricoveri e addirittura 796 morti evitabili.

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