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Oncologi e pazienti: “Va rivista la normativa sul conflitto d’interesse. Rischiamo il blocco della ricerca e il progresso delle cure anticancro”

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Roma, 24 giugno 2020 – “Chiediamo alle Istituzioni della Repubblica un intervento legislativo che modifichi l’attuale normativa sul conflitto di interessi in tema di sperimentazioni cliniche. Bisogna garantire al tempo stesso l’indipendenza, la trasparenza, i diritti ma anche la possibilità, per i ricercatori italiani, di realizzare le migliori cure possibili per i malati di cancro”. La richiesta è contenuta in una lettera aperta inviata oggi al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, della Camera Roberto Fico, del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e al Ministro della Salute Roberto Speranza. La missiva è firmata dalla Federation of Italian Cooperative Oncology Groups (FICOG), dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dalla Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO). “L’oncologia italiana ha finora dato un contributo importante all’ideazione, programmazione e realizzazione degli studi clinici e traslazionali, sia accademici che promossi dall’industria del farmaco, a livello nazionale e internazionale” sottolineano Carmine Pinto (Presidente FICOG), Giordano Beretta (Presidente AIOM) e Francesco De Lorenzo (Presidente FAVO). “I farmaci innovativi sono così stati resi disponibili e introdotti nella pratica clinica per i pazienti oncologici del nostro Paese – aggiungono i tre Presidenti -. Tuttavia il decreto legislativo del maggio 2019 prevede che tra il medico sperimentatore e il promotore non vi siano, a qualsiasi titolo, rapporti di dipendenza, consulenza o collaborazione. Questo potrebbe impedire o rendere più difficile la ricerca indipendente soprattutto in questo delicato momento storico caratterizzato da una tragica pandemia. L’emergenza Covid 19 ha rallentato molti studi scientifici anche in ambito oncologico ma ancora di più ha inconfutabilmente evidenziato come la ricerca possa e debba procedere rapidamente. L’attuale norma, in merito al conflitto di interessi, porterà la comunità scientifica italiana ad essere progressivamente esclusa dalla progettazione e dal coordinamento di studi. Ciò avrà ripercussioni per le scelte strategiche sullo sviluppo delle terapie e per la disponibilità per i pazienti italiani di nuovi farmaci sperimentali. Rischiamo inoltre un importante impatto economico negativo per l’intero sistema sanitario nazionale”. “L’irrinunciabile principio dell’indipendenza degli studi e dei diritti dei malati può essere garantito da una chiara e trasparente dichiarazione dei conflitti di interesse dei ricercatori – concludono Pinto, Beretta e De Lorenzo -. Per superare il vincolo e gli impedimenti previsti dell’attuale decreto è poi necessaria una più precisa e inequivocabile definizione dei meccanismi di controllo e di sorveglianza”.

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