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Rapporto ISTAT: la salute peggiore in Val D’Aosta e Campania

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Roma, 1 ottobre 2019 – Bene Veneto e Trentino Alto Adige. Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Sardegna presentano condizioni di salute discrete ma anche comportamenti a rischio. Nel Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia la caratteristica dominante sono le malattie croniche. In Valle d’Aosta invece desta preoccupazione la mortalità prematura e i comportamenti a rischio. In fondo alla classifica si posizione la Campania. E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto dell’Istat, che si basa sui dati di una serie di indicatori, dalla speranza di vita in buona salute all’ospedalizzazione, tra il 2005 e il 2015. “Le condizioni ottimali del Veneto e del Trentino Alto Adige – si legge nel documento – si contrappongono alle condizioni più critiche della Valle d’Aosta e della Campania, caratterizzate da comportamenti profondamente atipici rispetto al contesto generale”. Nel dettaglio, la Campania si distingue in negativo per 30,4 decessi negli adulti ogni 10 mila imputabili alle “maggiori cause” (tumori maligni, il diabete mellito, le malattie cardiovascolari e le malattie respiratorie croniche), cui si aggiunge la più alta propensione alla mortalità prematura, che supera i 315 anni di vita perduta ogni 10 mila nonché gli alti valori della mortalità e delle dimissioni per tumore. Valori molto alti anche per la Valle d’Aosta, scrivono gli esperti, in cui “il quadro di vulnerabilità generale è confermato dai valori significativi della mortalità prematura, misurata in 292 anni di vita perduta (APVP) ogni 10 mila, che lo posiziona al secondo posto in ordine di gravità”. Le altre due macroaree individuate si situano al centro nord (Toscana, Umbria e Marche, Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna), con condizioni di salute ‘discrete’, e al centro sud (Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Abruzzo e Lazio), con “condizioni di fragilità generale” e valori peggiori rispetto agli altri ad esempio nella mortalità prematura e nella mobilità ospedaliera.

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