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Cancro dell’ovaio e talco: AIOM, “Nessuna evidenza scientifica”

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Roma, 26 febbraio 2016 – “Nel nostro Paese io non vedo un rischio come quello che ha portato negli Stati Uniti alla condanna della Johnson & Johnson”. E’ questo il commento del prof. Carmine Pinto, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) alla notizia della sentenza con cui i giudici americani hanno comminato al colosso farmaceutico una multa di ben 72 milioni di dollari, da versare alla famiglia di Jacqueline Fox, morta lo scorso ottobre di cancro alle ovaie dopo aver usato per 35 anni alcuni prodotti della J & J a base di talco. La compagnia è stata giudicata colpevole di non aver informato i consumatori e le autorità di controllo della cancerogenicità dei propri prodotti, pur essendone a conoscenza fin dal 1980. “I pericoli legati alle fibre asbestiformi non sono una novità, ma in effetti li conosciamo da trent’anni – spiega Pinto – e sono dovuti a certe produzioni minerali che venivano fatte in passato e che portavano al talco, utilizzato non soltanto in ambito sanitario ma anche per altre lavorazioni come quella della carta. Il problema non era quindi dovuto al talco di per sé ma a queste fibre che potevano essere presenti nel prodotto”. “Sul talco sono stati condotti studi scientifici e «non ci sono evidenze che ne dimostrino la pericolosità; intanto – riferisce il presidente Aiom – le più attuali produzioni, in Italia e nelle altre nazioni europee, si sono evolute rispetto al passato e non risulta che vi sia una presenza di fibre asbestiformi nelle confezioni a base di questo minerale che sono oggi vendute nei supermercati e nelle farmacie”.

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