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Oltre la malattia

Presentato in Vaticano il libro “Il male (in)curabile”

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Per troppi anni il “cancro” è stato considerato argomento tabù, anche da parte dei media. Si utilizzava l’espressione “male incurabile”, per alludere alla malattia. Oggi non è più così. Lo scenario dell’oncologia è in rapida evoluzione, molte persone guariscono o possono convivere a lungo con la malattia.Negli ultimi decenni si è registrato un incremento costante dei pazienti con storia di cancro in Italia: erano meno di un milione e mezzo all’inizio degli anni Novanta, due milioni e mezzo nel 2012, circa tre milioni nel 2014. Nel 2020 saranno 4 milioni e mezzo. È quindi cresciuto il livello di consapevolezza fra i cittadini, che vogliono più notizie su tutti i temi medico-scientifici. E quindi anche i media svolgono un ruolo sempre più importante nella lotta a queste malattie. Sono questi itemi del libro della Fondazione “Insieme contro il Cancro”, “Il male incurabile”. I progressi nella lotta contro il cancro e il nuovo ruolo della comunicazione”.

Il volume è stato presentato lo scorso 17 giugno alla Sala Marconi della Radio Vaticana. Il 57% degli uomini e il 63% delle donne guariscono e tornano ad avere un’aspettativa di vita simile a quella della popolazione generale, cioè di chi non ha mai ricevuto una diagnosi di tumore. E in alcuni casi i tempi di sopravvivenza sono molto cresciuti — ha spiegato il prof. Francesco Cognetti, presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Infatti per alcuni tumori possiamo parlare di cronicizzazione. Con terapie di combinazione, come è stato fatto con l’HIV o il diabete, siamo in grado di rendere il cancro una malattia con cui il paziente può convivere. Oggi le neoplasie non sono ancora state inserite fra le patologie croniche, ma credo che nei prossimi anni vi entreranno di diritto. I media dovrebbero essere fedeli testimoni non solo dei cambiamenti in atto e dei progressi della ricerca, ma anche del livello di percezione della malattia da parte dei cittadini. Per questo, nella seconda parte del volume, ci siamo rivolti ai direttori di 15 testate giornalistiche italiane, per capire come il tema cancro oggi venga affrontato dai media. Serve un patto fra clinici, giornalisti e Istituzioni per trasmettere a tutti i cittadini informazioni e messaggi corretti, con un’attenzione particolare anche alla prevenzione. Perché il 40% dei tumori può essere prevenuto seguendo uno stile di vita sano”.

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