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Stress e fertilità, un legame pericoloso prima e durante la gravidanza

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Milano, 7 luglio 2015 – Lo stress cronico, psicologico, metabolico, fisico, ha un impatto negativo sui sistemi cerebrali ed ormonali della donna e dell’uomo tale da ridurre la possibilità di concepimento. In poche parole, non fa per niente bene alla fertilità. A questa conclusione sono giunti gli esperti internazionali riuniti il 3 luglio all’Università di Siena per il Forum “Stress, inflammation and reproduction” organizzato dalla Fondazione Ibsa per la ricerca scientifica. Nel 30% delle coppie che non riescono ad avviare una gravidanza sono stati trovati livelli elevati di stress che vanno ad inibire ovulazione e spermatogenesi attraverso l’azione di neuropeptidi e di citochine infiammatorie. «Lo stress agisce sulla componente psicologica e sulle difese immunitarie causando le infiammazioni, soprattutto quelle croniche che agiscono interferendo anche sulla funzione riproduttiva e causando una ridotta capacità procreativa», ha detto Felice Petraglia, professore ordinario, direttore della Ostetricia e ginecologia dell’Università di Siena e Aous. «In particolare possiamo distinguere tra stress preconcezionale, stress della coppia sterile che cerca una gravidanza e stress durante la gravidanza che può causare anche nascite premature». Lo stress è alla base anche di alcune malattie della donna come l’endometriosi, che colpisce il 10% delle donne in età fertile, e la sindrome dell’ovaio micropolicistico, il 10-15% di donne colpite, come ha indicato Bart Fauser dell’Università dell’Utrecht. Nei centri di infertilità sono appunto queste le diagnosi più frequenti che portano poi alle terapie con tecniche di riproduzione assistita. Il 25% delle coppie che ricorrono a queste terapie va incontro a stress di attesa e di risultato rendendo ancora più difficile il successo terapeutico e portando spesso alla crisi della stessa coppia. E anche quando poi inizia la gravidanza lo stress rimane pericoloso perchè può divenire un fattore che causa aborto nei primi mesi, mentre nel corso della gestazione può diventare un fattore favorente il parto prematuro.

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