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Oltre la malattia

Tumori, l’AIOM alla Conferenza Nazionale sull’amianto

Venezia, 26 novembre 2012 – L’amianto è un killer silenzioso che miete circa 3.000 vittime ogni anno in Italia, 1.200 per mesotelioma, il tumore “tipico” di esposizione a questo minerale. Il suo impiego è stato bandito dal nostro Paese da quasi 20 anni, ma ne restano nell’ambiente 5 quintali per ogni cittadino, 32 milioni di tonnellate. Il problema dello smaltimento e degli effetti sulla salute pubblica è ancora di grande attualità e suscita preoccupazione e interesse nell’attività dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), che ha presentato a Venezia, nel corso della seconda Conferenza Governativa sulle patologie amianto – correlate, le linee della Consensus Conference Italiana sul mesotelioma maligno della pleura, tenutasi a Torino nel novembre 2011 sotto l’egida AIOM.

“Siamo in prima linea nell’affrontare questo devastante problema – spiega il prof. Carmine Pinto, segretario nazionale dell’AIOM –, che ha risvolti preoccupanti sia dal punto di vista ambientale che medico-sociale. Un anno fa oltre 140 esperti della neoplasia si sono confrontati a Torino su epidemiologia, diagnostica e terapie, per produrre un documento che risultasse un riferimento nazionale condiviso nelle strategie di controllo di questa patologia neoplastica. Le linee della Consensus sono state riportate ieri a Venezia, a conferma ancora una volta di quanto sia alto l’impegno della nostra società scientifica anche nel settore delle patologie neoplastiche a connotazione professionale, ambientale e sociale. Abbiamo trovato un grande interesse da parte delle Istituzioni su questi temi. Il documento contiene una serie di punti che gli specialisti devono valutare per la migliore strategia diagnostico-terapeutica quando affrontano casi di mesotelioma pleurico”. Il testo finale delle Consensus, in corso di pubblicazione su una rivista scientifica internazionale, sarà utile per dare uniformità di approcci preventivi e clinici per una patologia con una latenza di 20-40 anni dall’iniziale esposizione all’amianto, con un aumento previsto dell’incidenza fino al 2020. Inoltre, vanno affrontate le problematiche correlate alle enormi quantità di minerale ancora presenti sul territorio italiano. “Si tratta di un tumore caratterizzato da una complessità e convergenza di problematiche importanti – aggiunge il prof. Pinto –, con una sopravvivenza mediana attesa di 10-12 mesi. Il documento che abbiamo presentato a Venezia va proprio in questa direzione: riuscire a diagnosticare rapidamente e con accuratezza il mesotelioma pleurico, per migliorare le possibilità di cura e la sopravvivenza dei pazienti. Inoltre, è indispensabile che si proceda anche nell’aumentare il livello di consapevolezza fra la popolazione e gli organismi istituzionali competenti, sensibilizzandoli sui segni e sintomi di questa neoplasia, sulle possibilità diagnostiche e di cura e sulla rimozione delle fonti inquinanti, secondo criteri certificati e con procedure rigorose. Chi sospetti di essere a contatto con amianto può rivolgersi all’Asl o all’Arpa, che dispongono di registri di aziende specializzate, iscritte all’albo e quindi autorizzate allo smaltimento”.

 

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