Il melanoma è un tumore maligno che può insorgere nella cute dalle cellule responsabili della produzione della melanina e nelle mucose di vari organi e distretti. Parleremo qui del melanoma cutaneo.
Epidemiologia
Nel quinquennio 1998-2002 l’incidenza del melanoma cutaneo è risultata pressoché uguale nei due sessi. Il 50 % dei casi viene diagnosticato entro i 50 anni. L’incidenza è pressoché raddoppiata negli ultimi anni mentre la mortalità si è mantenuta stabile.
Figura 1. Incidenza del melanoma cutaneo nella popolazione femminile
Per quanto concerne la sopravvivenza il pool dei dati dei registri tumori italiani mostra a 5 anni una percentuale di sopravvivenza per le donne dell’87%
In Italia nel periodo dal 2003 al 2055 ha rappresentato il 2,6 % delle nuove diagnosi di tumore nelle donne.
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Fattori di rischio
- Il fattore predisponente più importante è rappresentato dalla presenza cutanea di nevi melanocitici (nei).
- Familiarità’ (sembra predisporre all’insorgenza di melanoma dal 5 al 10% in più rispetto a chi non ha avuto casi di familiarità)
- cute chiara, che si abbronza con difficoltà, presenza di efelidi, facilità alle scottature da sole.
- Scottature da sole e radiazioni UV. L’uso di creme solari soprattutto nei bambini può ridurre il rischio di melanoma
Esistono vie genetiche che, come per molti altri tipi di tumori, sono coinvolte nella genesi di un melanoma e che portano il nevo normale attraverso tappe di atipie cellulari al melanoma in situ (intradermico) e poi al melanoma invasivo.
Prevenzione
La migliore prevenzione è la protezione dal sole:
- Limitare l’esposizione al sole a mezzogiorno; in particolare chi ha la pelle chiara, occhi chiari, capelli chiari, una storia in famiglia di tumore della cute, nei di strana forma o difficoltà ad abbronzarsi
- Coprirsi con cappelli e vestiti
- Usare fattori di protezione che proteggano dai raggi UVA ed UVB
Caratteristiche cliniche del melanoma
Esistono delle caratteristiche che fanno sospettare la trasformazione di un nevo in melanoma riassumibili sotto l’acronimo ABCDE:
A= Asimmetria
B = Bordi irregolari, acarta geografica, a limiti netti
C=Colore non uniforme variante dal marrone chiaro al nero
D=Diametro in genere superiore a 6 mm
E=Evoluzione di modificazioni recenti nella forma, nella dimensione, nel colore
Il melanoma piatto e sottile è il tipo più frequente ( circa 70% dei casi). Il melanoma cupoliforme o nodulare compare in genere in età più avanzata ed ha una evoluzione più rapida e spesso infausta.
La diagnosi dermoscopica: si associa a quella ad occhio nudo. E’ consentita dall’uso di uno strumento che permette di vedere con un microscopio a luce riflessa l’ingrandimento del nevo e sue eventuali modificazioni.
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Il melanoma cutaneo
È possibile fare una “mappatura” delle lesioni neviche in modo da tenerle sotto controllo ( ogni 3-6 mesi ) nei soggetti a rischio e arrivare ad una escissione chirurgica del nevo in caso di maggiore sospetto o di variazioni del nevo stesso.
Comunque la visita dermatologica di tutto il corpo per visualizzare i nevi che spesso sono in zone coperte dai vestiti è l’esame di elezione per la sua specificità e sensibilità relativamente alte, un basso costo ed è capace di effettuare uno screening paragonabile a quello per i tumori mammari e dei tumori colo-rettali.
Dal punto di vista isto-patologico sono identificabili vari tipi di melanoma che hanno di per sé un diverso valore prognostico.
Stadiazione
Lo stadio di T ( tumore primitivo) è caratterizzato dallo spessore in profondità della lesione.
N indica la presenza o meno di linfonodi regionali metastatici. Il numero dei linfonodi metastatici rientra nei criteri classificativi da N1 a N3 insieme ad altre caratteristiche.
M indica l’assenza (M0) o la presenza di (M1) metastasi a distanza.
Negli stadi di malattia più limitati, St.I e IIA, molte fra le linee guida esistenti raccomandano indagini per immagini non sofisticate nei pazienti asintomatici.
PET-TC e RMI(risonanza magnetica)cerebrale possono essere utili quando la malattia è in stadio più avanzato St IIB, C e senz’altro da eseguire negli stadi III e IV. Importante è anche il test ematico LDH ( lattico deidrogenasi) che può associarsi con malattia diffusa.
L’analisi del linfonodo sentinella delle stazioni linfonodali superficiali di drenaggio che variano a seconda della posizione del melanoma nel corpo è di estrema utilità e può dare informazioni migliori rispetto ad una esame ecografico della stessa sede linfonodale (vedi di seguito).
Terapia
Chirurgia
T – Quando si avanzi il sospetto di melanoma si consiglia l’intervento chirurgico per portar via tutto il nevo, con un piccolo margine 2-3 mm, intorno alla lesione. Una volta avuta la conferma istologica di melanoma si procede una più ampia escissione chirurgica che avrà margini diversi in profondità a seconda dello stadio di T del melanoma.
N – Per quanto concerne la stazione linfonodale di drenaggio che varia a seconda delle sede del melanoma, si ritiene importante eseguire in prima istanza la biopsia del linfonodo sentinella, quando non vi sono linfonodi clinicamente palpabili e quindi considerabili negativi clinicamente. La predittività del linfonodo sentinella negativo istologicamente assicura una negatività anche degli altri linfonodi nel 95% dei casi.
Se nel linfonodo sentinella asportato si ritrovano all’esame istologico metastasi, allora si deve procedere alla asportazione di tutti i linfonodi ( svuotamento linfonodale) . La presenza di metastasi linfonodali si ha in circa il 15-20% dei pazienti con melanoma.
Se i linfonodi sono presenti e clinicamente positivi alla palpazione o ad esami radiologici ( ecografia , TC) ( N1, N2, N3 si procede alla asportazione più completa possibile delle stazioni e catene linfonodali interessate.
Il numero dei linfonodi asportati ha relazione con la prognosi: maggiore è il numero asportati, migliore è la prognosi.
M -Anche le metastasi a distanza possono essere asportate se le condizioni generali del pazienti lo consentono. La loro asportazione dipende da vari fattori e cioè: la sede, il numero, il numero di organi interessati, l’intervallo fra l’asportazione del melanoma e la comparsa di metastasi a distanza, il tempo di crescita (raddoppiamento)delle metastasi, il valore di LDH.
Terapia con farmaci
Chemioterapia – Il melanoma è considerato un tumore chemio resistente e pertanto non necessariamente viene fatta una chemioterapia adiuvante postoperatoria, in genere con interferone. Alla comparsa di metastasi i farmaci che fino ad ora sono stati più usati sono la dacarbazina e la temozolamide da soli o in combinazione con questi farmaci sono stati utilizzati anche i derivati del platino e i taxani.
La vaccinoterapia e la terapia con farmaci biologici sono possibili anche se ancora meritano una maggiore evidenza da studi clinici.
Radioterapia
La radioterapia ha un ruolo complementare alla una chirurgia e un ruolo palliativo su sedi metastatiche.
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Basi scientifiche per la definizione di linee-guida in ambito clinico per il Melanoma cutaneo