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Oltre la malattia

Le terapie per i tumori del corpo dell’utero e dell’endometrio

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Come  già detto per altri tipi di neoplasia, per la paziente colpita da tumore dell’utero o dell’endometrio diviene di particolare importanza incontrare insieme, dopo che è stata fatta la diagnosi, il gruppo degli oncologi che si occuperà della sua cura, in una visita collegiale dove le saranno esposte le strategie terapeutiche da mettere in atto per la propria malattia. Questo dà alla paziente una notevole sicurezza che le cure proposte sono condivise  e  le consente di porre domande riguardanti modalità, tempi, benefici e rischi di ciascuna cura.

Chirurgia

La chirurgia è la terapia di elezione in tutti casi in cui il tumore sia confinato all’utero (ST.I e II).

Negli stadi più avanzati (IIIA e IIIB) la decisione chirurgica esige una valutazione accurata della estensione di malattia e una decisione collegiale. Nello stadio IV il tumore l’estensione ad altri organi quali vescica o intestino e/o le metastasi a distanza controindica in genere l’intervento chirurgico.

La chirurgia  può consistere nella asportazione di tutto l’utero, delle ovaie, tube di Falloppio e porzione superiore della vagina (isterectomia radicale). Durante la chirurgia sono raccomandati anche dei campionamenti sui linfonodi pelvici e sui linfonodi lombo-aortici a seconda dello stadio di malattia.

Radioterapia

La radioterapia postoperatoria è raccomandata per quelle neoplasie che si estendono oltre la metà esterna del miometrio (parete muscolare dell’utero), per le forme poco differenziate (a parità di stadio il grading del tumore può influenzare la scelta della radioterapia postoperatoria), per invasione del collo dell’utero, per la presenza di adenopatie pelviche.

L’interessamento dei linfonodi para-aortici costituisce un’indicazione per il trattamento radiante cosiddetto “extended field” o “a campi estesi”, che comprende anche i linfonodi disposti lungo l’aorta addominale al davanti e di lato rispetto ai corpi vertebrali (ST.IB,II,III).

Tecniche moderne avanzate di radioterapia conformazionale (3DCRT- tridimensional Conformal Radiation Therapy) o con modulazione dell’intensità del fascio (IMRT – Intensity Modulated Radiation Therapy) permettono di irradiare in modo più preciso il volume che deve ricevere la dose corretta, e allo stesso tempo consentono di risparmiare meglio gli organi che devono ricevere certe dosi per non reagire con effetti collaterali persistenti a lungo termine.

Sono da salvaguardare organi come vescica, retto, teste dei femori e in caso di campi estesi ai linfonodi lombo aortici, il midollo. Con IMRT è possibile determinare le dosi  che non si vogliono superare (salvo situazioni tumorali particolari che richiedono di irradiare anche tali organi) in modo da limitare al massimo effetti collaterali.

Questo tipo di radioterapia viene eseguita con fasci esterni di fotoni erogati da un acceleratore lineare. Le dosi all’intero volume sono dell’ordine dei 45 Gy in 4 settimane e mezzo.

Per saperne di più
AIMAC: Tumore addome e pelvi

Brachiterapia

Nei casi di interessamento vaginale da parte del tumore endometriale viene eseguita anche una radioterapia cosiddetta endocavitaria (brachiterapia) tramite un applicatore endovaginale in cui vengono immessi dei fili radioattivi direttamente a contatto con il fondo e le pareti vaginali. Questo tipo di trattamento si può eseguire anche  durante il trattamento a fasci esterni ad intervalli programmati.

La brachiterapia del fondo vaginale serve a ridurre il rischio di ripresa di malattia a tale livello. In stadi limitati di malattia (IB) può rappresentare anche l’unico trattamento radioterapico da eseguire.

Il trattamento si fa tramite una macchina (microselectron) in apposita stanza schermata. Le sorgenti radioattive sono di Iridio 192 e vengono immesse nell’applicatore vaginale dopo che questo è stato posizionato. Il trattamento viene eseguito ambulatorialmente; non occorre più oggi pertanto il ricovero in stanze schermate.

Chemioterapia

Negli stadi avanzati di malattia (ST.III) operabili, la radio chemioterapia  concomitante sembra avere un ruolo. I farmaci attivi sono il cisplatino e l’epirubicina i taxani.

Oggi anche la chemioterapia ha un ruolo nel trattamento adiuvante del tumore dell’utero. Nella malattia scarsamente differenziata, che infiltra più della metà del miometrio o quando il corpo dell’utero è interessato, la chemioterapia con carboplatino e taxolo va associata alla radioterapia per aumentare la possibilità di guarigione e la sopravvivenza delle pazienti.

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