Souloncology

Oltre la malattia

È brutta la malattia, non io

La prima immagine che si presenta ad una donna cui viene diagnosticato un tumore al seno è quella di un futuro fatto di protesi e cicatrici, di gonfiori dovuti alle terapie e la lampante perdita dei capelli. In realtà, quello che accade poi, è abbastanza ridimensionato, tanto che oltre il 70% delle donne supera il trauma della mastectomia e della chemioterapia senza sentirsi lesa nella propria femminilità.

In aiuto arrivano nuove protesi sempre meno evidenti, accorgimenti estetici suggeriti anche all’interno delle Breast Unit e tecniche innovative di ricostruzione dei tessuti che permettono il rifacimento del seno anche nei casi prima considerati impossibili.

Gli  psiconcologi consigliano di non nascondere la cicatrice ma mostrarla al proprio partner, agli amici e ai parenti che ci vogliono bene e possono aiutarci a superare l’impatto: nell’immaginario si pensa sempre ad una grande segno deturpante, invece si tratta di una sottile linea e mostrarla serve a ridimensionarla ulteriormente.

Biancheria intima apposita, piccoli accorgimenti nell’abbigliamento accompagnati da una generale cura di sé aiuteranno a sentirsi a proprio agio in mezzo alla gente, e lentamente ci si abituerà alla trasformazione del proprio corpo.

A cura di Emanuela Valente

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